Giovanni Soldini e il suo equipaggio – in viaggio a bordo di Maserati Multi 70 verso Malta per partecipare alla Rolex Middle Sea Race – hanno incontrato stamattina tra Stromboli e Messina i volontari di Sea Shepherd, l’organizzazione internazionale senza fini di lucro la cui missione è quella di fermare la distruzione dell’habitat naturale e il massacro delle specie selvatiche negli oceani per conservare e proteggere l’ecosistema e le differenti specie.
I volontari di Sea Shepherd Italia sono impegnati nelle acque intorno alle Isole Eolie nell’Operazione SISO, che ha l’obiettivo di combattere le attività di pesca illegale e liberare il Mediterraneo da più plastica possibile. In particolare l’organizzazione sta recuperando reti spadare e FAD (Fishing Aggregative Devices) illegali: metodi di pesca formati da un filo di propilene che tiene a galla delle larghe foglie, sotto alle quali si raduna una gran quantità di pesci che viene pescata indiscriminatamente. I FAD provocano danni gravissimi all’ecosistema marino, catturando e uccidendo anche tartarughe, delfini, capodogli, balenottere e squali.
Giovanni Soldini commenta:«I volontari di Sea Shepherd stanno facendo un lavoro pazzesco nei nostri mari per cercare di difenderli dall’assurda noncuranza di chi vuole solo depredarne le risorse a qualsiasi costo. Ci sono chilometri di cavi in plastica che vengono abbandonati in mare: è ora di capire che il mare va rispettato, non è una risorsa infinita ed è fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo su questo pianeta. È sempre bello vedere che si può fare qualcosa e che c’è qualcuno che non smette mai di lottare per fare inversione di marcia, come i volontari di Sea Shepherd».
Andrea Morello, presidente di Sea Shepherd Italia, racconta: «Alle prime luci dell’alba solitamente cerchiamo all’orizzonte plastica e ne troviamo sempre molta nella forma di FAD illegali. Stamane invece la bellezza di Maserati Multi 70 ha incrociato le nostre prue e siamo felici di aver ricevuto a bordo la visita di Giovanni Soldini proprio mentre iniziavamo a rimuovere una di queste attrezzature illegali dal nostro amato Mare Mediterraneo, il più sovrasfruttato al mondo e quindi il più in pericolo. Sempre più vele, prue e volontari dovranno solcare il Mare in sua difesa perché se muore il Mediterraneo moriremo anche noi».